Alcuni spunti di riflessione sul salario minimo

di Carlo Sorgi
Articolo pubblicato in contemporanea con Volere la Luna.

La storia del salario minimo in Italia ha dell’inspiegabile e se dovessimo raccontare ad un francese (1) o ad uno spagnolo (2) le varie posizioni assunte difficilmente potrebbe capire , per dirla come Giorgio Gaber, cos’è la destra, cos’è la sinistra.
Le origini erano chiare: Il 14 maggio 1954, Teresa Noce (3) e Giuseppe Di Vittorio ( 4) furono primi firmatari della prima “proposta di Fissazione di un minimo garantito di retribuzione per tutti i lavoratori”
Poi tutto si ingarbuglia.
Non si riusciva a spiegare , ed era una domanda frequente in Italia, come mai proprio i sindacati, le organizzazioni finalizzate alla difesa e promozione delle condizioni di vita di lavoratori e lavoratrici, fossero scettici, o addirittura contrari al salario minimo. L’unica formazione politica, che per altro all’epoca non dichiarava nessuna appartenenza a schieramento politico ( tanto da fare il governo indifferentemente con la Lega e poi con il PD ) , a rilanciare con convinzione il tema era il Movimento 5 Stelle che con la ministra Catalfo proponeva una legge sul salario minimo. Alcune proposte erano state presentate per la verità anche dal PD ma con minore convinzione e coraggio, ancorandosi i testi di questo partito sostanzialmente ai contratti collettivi per non allontanarsi dagli intendimenti sindacali. Addirittura nel Gennaio 2019 il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto – oggi presidente della Commissione Lavoro della Camera – presentava un progetto di legge intitolato Istituzione del salario minimo orario nazionale, per rendere la confusione più totale. 
Finalmente, questo solo per la chiarezza sul tema, arriviamo al settembre 2022 quando la destra stravince alle elezioni politiche formando un governo con a capo la leader del partito della destra più estrema rappresentata in Parlamento.Per altro durante il primo semestre di luna di miele della compagine governativa con il paese i sondaggi univocamente attestavano  la sempre maggiore popolarità di questo governo e le difficoltà della minoranza.
Poi qualcosa cambia. Il nuovo segretario del Partito Democratico , scelto non dagli iscritti al partito che indicano solo i due candidati per il ballottaggio, ma da oltre un milione di Italiani con idee progressiste è Elly Schlein che nel programma proposto ha nel salario minimo uno dei capisaldi insieme ai diritti civili e all’ambiente e nel dialogo con i Cinque Stelle, oramai sempre più orientati a sinistra dal segretario Conte, la stella polare del proprio cammino politico.

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