COMUNICATO COMMA 2 SU INSEGNANTE DI TORINO

Carissimi e Carissime,
ancora una volta la nostra comunità ha dato prova di una grande voglia e capacità  di confronto su temi importanti che coinvolgono anche il diritto del lavoro.
Partendo dal più che tempestivo comunicato  dei Giuristi Democratici  sul procedimento disciplinare nei confronti dell'insegnante torinese  ripresa dalle telecamere nel corso di una manifestazione antifascista mentre apostrofava le forze dell'ordine (comunicato che, individualmente, alcuni hanno ritenuto di sottoscrivere) si è aperto al nostro interno un serrato dibattito, dapprima nell'ambito del direttivo e successivamente esteso a tutti,  sull'opportunità che anche Comma2 prendesse una pubblica posizione.
Le decine di interventi hanno sviluppato e approfondito, con competenza e pertinenza, spesso proponendo punti di vista originali, le tante problematiche collegate all'episodio, pronunciandosi in prevalenza a favore del testo di un comunicato proposto dalla presidenza. Non sono mancate voci critiche, contrarie ad una pubblica presa di posizione di Comma2  sulla vicenda.
Poiché però la maggioranza degli intervenuti e delle intervenute ci ha espressamente chiesto di esternare tale presa di posizione decidiamo di pubblicare il seguente testo, ribadendo  che esso non trova il consenso di alcuni e di alcune.

Il Presidente      
Avv. Alberto Piccinini


COMUNICATO COMMA 2 SU INSEGNANTE DI TORINO


I Giuristi Democratici hanno preso pubblica (e tempestiva) posizione con riguardo alla vicenda relativa alla giovane insegnante di Torino che ha occupato le pagine dei giornali della scorsa settimana e che è stata riportata da più di un servizio giornalistico televisivo.
L'episodio e la sua risonanza mediatica chiamano ad una riflessione da un lato con riguardo al confine tra libertà di espressione dei propri convincimenti politici ed ideologici ed eventuale rilevanza disciplinare dei comportamenti “extra-lavorativi” e, dall'altro, con riguardo al diritto dei lavoratori e delle lavoratrici, soprattutto di ogni persona, di difendersi nelle apposite sedi e non sui giornali e sui social-network.
Ci pare che in ragione dei valori richiamati nel nostro statuto non possiamo restare indifferenti.
Infatti, la pubblica immediata condanna nei confronti dell'insegnante per aver insultato le forze di polizia durante la manifestazione antifascista di Torino della scorsa settimana e l'altrettanto immediato annuncio pubblico dell'avvio di un procedimento disciplinare nei suoi confronti, a prescindere dalla condivisibilità o meno dei modi e dei toni usati dalla manifestante, non giustificano la sottoposizione della stessa a una gogna mediatica e a un processo di piazza.
È perciò necessario richiamare i principi fondamentali relativi alla garanzia della libertà in capo al lavoratore ed alla lavoratrice di esprimere le proprie opinioni, tanto più se al di fuori dal rapporto di lavoro, nei confronti dell'unilaterale esercizio del potere “disciplinare” del datore di lavoro, pur nella consapevolezza della rilevanza che un fatto esterno può anche rivestire in relazione alle caratteristiche del rapporto di lavoro e alle mansioni.

Ciò che appare intollerabile è che si pretenda, da parte dell’opinione pubblica, di legittimare automaticamente un licenziamento, tanto più in assenza di qualsiasi accertamento effettuato con le garanzie procedimentali e processuali previste dal nostro ordinamento: vanno ribaditi i principi di civiltà per cui ogni accertamento va fatto nel rispetto delle garanzie di difesa previste e non sui giornali o in televisione.
L'altrimenti indiscriminata estensione di diritti di controllo e di sanzione da parte del datore di lavoro di comportamenti del lavoratore e della lavoratrice estranei alla prestazione lavorativa dedotta nel contratto, che trova riscontro in altri recenti episodi di analogo genere da ultimo evidenziati dai “media” , esige, a nostro parere, un intervento che riporti all’attenzione la centralità dei diritti di difesa, di libertà e di cittadinanza del mondo del lavoro.