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Presentazione articolo

Pubblichiamo, in contemporanea con Volerelaluna, un interessante intervento di Carlo Sorgi, ex magistrato che negli anni passati ha condiviso con Comma2 la battaglia contro il lavoro povero e per il salario minimo, che si pronuncia a favore della firma della petizione proposta in tema dalle “opposizioni”.

La nostra associazione non può che essere lieta che, finalmente, questo tema occupi le prime pagine dei giornali: conseguentemente auspica che le forze politiche promotrici della proposta di legge - e quelle sindacali che l’hanno appoggiata -  vogliano, con coerenza, fare tutto il possibile affinché essa vada in porto. Così, purtroppo, non è accaduto in passato, come evidenzia Sorgi nel suo articolo. 

La Presidente del Consiglio, spiazzata dagli ampi consensi registrati dai sondaggi a favore del salario minimo legale, nel tentativo di arginare una valanga che potrebbe fortemente compromettere la sua popolarità, con i suoi alleati di governo sembra voglia farsi paladina della contrattazione collettiva in alternativa al salario minimo per legge: dovrebbe, però, in tal caso affermare di ritenere giusto che, nel caso in cui un contratto collettivo lo preveda, sia lecito lavorare a tempo pieno per meno di 700 euro netti al mese. Questo fenomeno, infatti, riguarda certamente i cd. “contratti pirata”, che vengono inventati - e applicati da datori di lavoro spregiudicati  - all’unico scopo   di ridurre i diritti economici e normativi dei lavoratori e delle lavoratrici; ma può, purtroppo, coinvolgere anche contratti collettivi sottoscritti da associazioni sindacali maggiormente (e comparativamente) più rappresentative. È, perciò, con un certo imbarazzo che abbiamo assistito, negli ultimi anni, a pronunce dei Giudici del lavoro di numerose città che hanno accertato come “tariffe sindacali” fissate – per  determinati settori –  da organizzazioni sindacali tradizionali ,  fossero al di sotto della soglia di povertà, e conseguentemente in contrasto con l’art. 36 della Costituzione che impone che qualsiasi retribuzione sia idonea a garantire un’esistenza libera e dignitosa.  

Ma la novità degli ultimi mesi è l’intervento della magistratura penale, che ha riavvistato gli estremi di un vero e proprio reato in tale condotta: le cifre indicate nel decreto del GIP di Milano del 19 giugno 2023, di cui riportiamo la sola prima pagina, parlano da sole. Tribunale di Milano C

Qualunque sarà l’esito di questo procedimento, è sicuramente giunto il momento che sia la stessa legge civile a statuire che pagare un proprio dipendente al di sotto di  una certa soglia (individuata, nella proposta di legge unitaria delle opposizioni, in 9 euro lordi, importo certo non eccessivo) costituisce un comportamento illegale. E tale principio deve valere per qualunque datore di lavoro, sia esso anche una cooperativa.

Il timore che la contrattazione collettiva ne possa risentire è del tutto infondato: i sindacati non dovranno più esaurire tutto il loro potere contrattuale nel tentativo di conquistare qualche briciola di salario e potranno dedicarsi a negoziare, ove possibile, ulteriori aumenti e comunque  il miglioramento di altri e non meno importati istituti contrattuali. Le aziende e le cooperative che fondano la loro ragion d’essere esclusivamente sull’offerta di manodopera a basso costo, lasceranno il posto, secondo le invocate – dalla destra – “regole del mercato”, a imprese più virtuose, elevando così non solo  la qualità di vita dei propri dipendenti, ma anche quella dei servizi offerti.   

E qualunque ragazzo/a pagato/a cinque euro all’ora dal gestore del bar presso cui lavora (più o meno in nero), per ottenere una paga dignitosa non dovrà più intraprendere una causa giudiziaria, ma potrà semplicemente rivolgersi all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, tenuto a far rispettare  la legge in via amministrativa.

Bologna, 18 agosto 2023

                                                                                                                               Alberto Piccinini
presidente di Comma2- lavoro è dignità

 

 

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