Tra “PIRATI” E “CORSARI” L'arrembaggio ai salari
di Enzo Martino
Articolo pubblicato in contemporanea con Volere la Luna.
In Italia sono stati censiti dal CNEL oltre 900 contratti nazionali di lavoro. Molti di questi contratti sono tuttavia sottoscritti da associazioni sindacali non rappresentative o addirittura “di comodo” (cioè costituite con la connivenza dei datori di lavoro), che hanno come finalità principale quella di ridurre le retribuzioni dei lavoratori. Dumping salariale, quindi, che danneggia anzitutto i lavoratori, ma che nuoce anche alle aziende più serie, in termini di concorrenza sleale.
Questi accordi sindacali sottoscritti da associazioni non rappresentative sono tradizionalmente definiti come contratti “pirata”.
Ma ormai da anni si sta affermando un altro e diverso fenomeno, ben più insidioso e più difficile da affrontare, sia sul piano politico che su quello giudiziario: quello dei contratti che, pure essendo stipulati da sindacati pienamente rappresentativi, in quanto articolazioni delle tre confederazioni maggiori, prevedono salari molto bassi, in linea con quelli dei contratti “pirata” e talora sotto la soglia di povertà assoluta.
A questi contratti di lavoro, con tagliente ironia, è stata affibbiata la definizione di contratti “corsari”: questo perché, in tutto e per tutto, sono simili a quelli “pirata”, con la differenza che il sindacato che li stipula è munito di una lettera “di corsa”, come quella che i Sovrani concedevano ai marinai autorizzati ad assaltare le navi mercantili delle nazioni nemiche in cambio di una parte del bottino. La lettera “di corsa” è naturalmente costituita, in questa colorita metafora, dalla patente di rappresentatività di cui godono i sindacati stipulanti, in quanto aderenti a CGIL, CISL o UIL.
Episodi quali quello denunciato nel brillante articolo dell'avvocato Massimo Tirelli “Ma quanto ci vuole per affrontare il salario minimo?“ , pubblicato da Comma2 il 06 giugno 2022, e cioè lavoratori che lamentano il fatto di percepire una retribuzione addirittura inferiore ai 5 euro netti l'ora, sono ormai all'ordine del giorno.
Ma il tema ora è diventato soprattutto il seguente.