Comunicato di Comma2 sui fatti di Piacenza
Com’è noto martedì 19 luglio 2022, all’alba, sono stati arrestati il coordinatore nazionale del SI Cobas e tre dirigenti piacentini della stessa organizzazione, oltre a due dirigenti dell’Usb: tutti, attualmente, ai domiciliari. Altri due sindacalisti indagati hanno ricevuto l’obbligo di firma e il divieto di dimora a Piacenza.
Il 3 agosto si è tenuta a Bologna l’udienza per il Riesame sulla richiesta di libertà avanzata da tutti gli indagati.
Invero la maggior parte delle accuse (alcune, relative a condotte finalizzate a vantaggi personali, se accertate, non possono trovare giustificazione) sembrano riferirsi all’attività tipica - quantomeno nella sua esperienza storica, anche a livello internazionale - di un’organizzazione sindacale, quale aver alimentato “il conflitto all’interno dei magazzini, provocando scontri con la parte datoriale, con la cooperativa che appaltava la manodopera (…) così alimentando il proprio potere e, usciti vittoriosi dal conflitto, ottenendo l’affiliazione all’associazione di più lavoratori, assicurandosi i proventi di tessere e conciliazioni”.
Gli imputati sono accusati di creare ad arte o alimentare “situazioni di conflitto con la parte datoriale prendendo a pretesto ogni normale e banale problematica di lavoro risolvibile tramite fisiologici rapporti datore di lavoro/lavoratori” per fare picchetti (“illegali”) all’esterno degli stabilimenti interessati, per impedire ai mezzi di entrare e di uscire “anche occasionando scontri con le forze dell’ordine”, occupando la sede stradale, ponendo in essere azioni di “sabotaggio” (azionando l’interruttore di emergenza per interrompere l’azione dei macchinari), istigando i lavoratori a “forme di lotta sindacali illecite” (rallentamento dell’attività lavorativa; uso distorto e illegale della malattia).